Foto di Ivan Hassib

Chi sono i Curdi?

I curdi sono una popolazione di circa 35-40 milioni di persone, il quarto gruppo più grande del Medio Oriente (Sud-Ovest Asiatico). Sebbene non esista un vero e proprio censimento, sappiamo che i curdi sono distribuiti nella zona orientale della Turchia, nel nord della Siria e dell’Iraq, lungo il confine occidentale dell’Iran e in Armenia. Questa area è anche chiamata “altopiano del Kurdistan“, anche se attualmente non esiste uno Stato curdo. Solamente alcune zone controllate in Iraq e in Siria godono di una certa autonomia. Esistono anche comunità curde in Afghanistan, Azerbaigian e persino in Europa, soprattutto in Germania e in Italia.

I curdi sono originari del Medio Oriente (Sud-Ovest Asiatico), ma studiosi e curdi stessi non concordano sull’origine del gruppo. Sappiamo che le loro terre furono inglobate intorno al 1500 nell’Impero Ottomano. Ci tengo a precisare che quello che sto per fare è un discorso con alcune semplificazioni, a partire dall’idea di considerare i curdi come un’entità unica e il nazionalismo curdo come un movimento univoco, una generalizzazione significativa. I curdi, ad esempio, non parlano una lingua unica, e anche la religione varia in base alla zona. La maggioranza è musulmana sunnita, ma in Persia e in alcune vallate dell’Anatolia ci sono anche curdi sciiti, oltre ad altre minoranze religiose.

Finora, qualsiasi azione dei curdi per creare uno Stato indipendente è stata sempre repressa, e la loro storia recente può essere raccontata attraverso sette grandi tradimenti.

Il primo tradimento avviene dopo la fine della Prima Guerra Mondiale quando, con la caduta dell’Impero Ottomano, ai curdi viene promessa dai vincitori della guerra la creazione di uno Stato. I curdi nutrivano speranze a seguito del famoso discorso dei 14 punti di Wilson, tra cui il “principio di autodeterminazione dei popoli”. Tuttavia, il Trattato di Sèvres del 1920, che prevedeva lo scioglimento dell’Impero Ottomano, fallì e fu sostituito, sotto pressione turca, dal Trattato di Losanna del 1923, che non contemplava la creazione di un Kurdistan autonomo. Parte dell’area passò sotto l’influenza di Gran Bretagna e Francia. In questo “gioco delle sedie” chi rimase senza nulla in mano furono proprio i curdi, i quali iniziarono la loro lotta per la creazione di uno Stato proprio.

Il secondo tradimento avvenne dopo la Seconda Guerra Mondiale. I curdi furono spesso usati (e armati) dagli Stati Uniti durante la Guerra Fredda per destabilizzare l’area e sottrarla all’influenza sovietica. Nel 1946 fondarono la Repubblica del Mahabad, durata appena 11 mesi prima di essere soppressa da Teheran.

Terzo tradimento: a partire dal 1972, con l’obiettivo di indebolire l’esercito iracheno di Saddam Hussein, l’amministrazione Nixon, con l’aiuto dell’Iran (all’epoca alleato), armò i curdi. Dopo tre anni e migliaia di vittime, i curdi non ricevettero riconoscimento, ritrovandosi soli ad affrontare la repressione di Saddam Hussein.

Nel 1978 nacque il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), che tra il 1984 e il 1995 combatté il governo di Ankara per l’autodeterminazione curda. Il PKK, di stampo neomarxista, opera soprattutto in Iraq e viene considerato un’organizzazione terroristica da Turchia e Unione Europea.

Il quarto tradimento giunse negli anni ’80, quando, dopo la rivoluzione iraniana, gli Stati Uniti sostennero l’Iraq di Saddam Hussein, che represse brutalmente i curdi, uccidendo tra le 50.000 e le 180.000 persone, anche con armi chimiche. Nonostante i rapporti sull’uso di gas nervino, l’amministrazione Reagan chiuse un occhio.

Quinto tradimento: durante la Prima Guerra del Golfo, George H. W. Bush incoraggiò il popolo iracheno a ribellarsi a Saddam Hussein, ma non intervenne per sostenere i curdi che si sollevarono, e migliaia furono uccisi. Solo dopo la caduta di Saddam, i curdi iracheni ottennero una parziale autonomia.

Sesto tradimento: dal 2014, durante la guerra contro l’ISIS, i curdi siriani del YPG si dimostrarono preziosi alleati degli USA. Con l’elezione di Trump, Erdogan propose la creazione di una “safe zone” nel nord della Siria, con sicurezza garantita dalla Turchia. I curdi si ritrovarono esposti agli attacchi turchi, pur mantenendo il controllo del Rojava, suscitando simpatia in Occidente per la lotta contro l’ISIS e i principi progressisti del movimento.

Il settimo tradimento, l’ultimo fino a oggi, si consuma con la guerra tra Russia e Ucraina: Turchia ha condizionato l’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO richiedendo il riconoscimento del PKK come organizzazione terroristica e l’estradizione di rifugiati curdi. Le richieste turche sono state accolte, facendo cadere il veto di Ankara e avvicinando i due paesi alla NATO.

Foto di: Washington Kurdish Institute

Cosa è il Kurdistan?

La regione del Kurdistan ha una storia antica che risale a millenni fa. È stata abitata da varie popolazioni e ha fatto parte di imperi come l’Impero assiro, quello persiano e l’Impero ottomano. Durante la Prima Guerra Mondiale, l’Impero ottomano collassò e le potenze alleate iniziarono a spartire il Medio Oriente. L’accordo Sykes-Picot sanciva la spartizione dell’Impero ottomano in seguito alla sua sconfitta. Questo accordo, stipulato segretamente tra Regno Unito e Francia nel maggio 1916, prevedeva una zona di influenza britannica nell’area dell’attuale Iraq e Giordania, e una zona di influenza francese nell’area dell’attuale Siria e Libano.

Per quanto riguarda il Kurdistan, l’accordo Sykes-Picot prevedeva la spartizione dell’area abitata dai curdi tra le due zone di influenza, con una piccola parte sotto l’influenza internazionale. Questo impedì la creazione di uno Stato curdo indipendente, un obiettivo a lungo perseguito da molti curdi. Gli effetti dell’accordo Sykes-Picot sul Kurdistan furono molteplici e negativi. In primo luogo, l’accordo contribuì a perpetuare la divisione del Kurdistan tra quattro stati diversi: Turchia, Siria, Iraq e Iran. In secondo luogo, rese più difficile per i curdi ottenere autonomia o indipendenza, poiché le potenze coinvolte hanno sempre ostacolato questi sforzi. In terzo luogo, alimentò le tensioni tra i curdi e gli stati in cui vivevano, poiché i curdi si sentirono traditi dalle potenze occidentali.

Nel 1920, il Trattato di Sèvres propose la creazione di uno stato curdo indipendente, ma non venne mai attuato. Nel 1923, il Trattato di Losanna definì i confini moderni della Turchia e il Kurdistan rimase diviso tra Turchia, Iran, Iraq e Siria, senza uno stato indipendente.

Oggi, il Kurdistan resta una regione di interesse politico e geopolitico. La Regione Autonoma del Kurdistan in Iraq è la parte più sviluppata e autonoma, con una propria costituzione, governo e forze di sicurezza.

 Proverbio Curdo: «Non abbiamo amici, se non le montagne»

FONTI:

 Kurdistan, la Nazione Invisibile. Stefano Torelli (2016)

https://tg24.sky.it/mondo/approfondimenti/curdi-chi-sono

https://www.bbc.com/news/world-middle-east-29702440

https://www.ilpost.it/2022/07/06/tradimento-curdi-turchia

https://www.ilpost.it/2022/11/24/iran-turchia-curdi

https://www.eunews.it/2022/06/29/cosa-prevede-il-memorandum-dintesa-tra-turchia-svezia-e-finlandia-

https://www.ilriformista.it/erdogan-e-la-pulizia-etnica-dei-curdi-sedotti-e-abbandonati-dalloccidente-dop

https://www.lemonde.fr/en/international/article/2022/06/30/nato-swedish-government-accused-of-bet

https://www.money.it/Mondiali-calcio-2022-calendario-risultati-classifiche

https://www.nationalgeographic.com/culture/article/who-are-kurds

https://www.britannica.com/topic/Kurd

https://www.open.online/2022/11/20/siria-aerei-turchi-attacco-kobane-video

https://www.touringclub.it/notizie-di-viaggio/chi-sono-i-curdi-e-dove-vivono

 Marshall, T. (2018). I Muri che Dividono il Mondo

 Romano, S. (2018). Atlante delle Crisi Mondiali

https://www.geopop.it/la-classifica-dei-paesi-produttori-ed-esportatori-di-petrolio

https://it.insideover.com/guerra/la-storia-delle-armi-chimiche-mai-trovate-di-saddam-hussein.html#:~:te

https://www.lifegate.it/storia-dello-stato-islamico-daesh

https://www.lifegate.it/iraq-azione-contro-la-fame

https://it.euronews.com/2019/10/27/ascesa-e-caduta-dello-stato-islamico