Foto di Simone Gavazzi

Il diritto marittimo (o diritto della navigazione marittima) è un ramo del diritto che si occupa delle norme e dei regolamenti riguardanti le attività svolte in mare e le questioni relative alla navigazione, al trasporto via mare, e all’uso delle acque internazionali. Fra queste norme, il diritto marittimo stabilisce un obbligo fondamentale e universalmente riconosciuto di salvare le persone in difficoltà in mare. Questo principio è sancito da diverse convenzioni internazionali e nazionali, che obbligano sia le navi private sia quelle pubbliche ad assistere chiunque sia in pericolo in mare, indipendentemente dalla nazionalità, dallo status o dalle circostanze in cui si trova. Vediamo i principali riferimenti e norme internazionali:

  1. Convenzione Internazionale per la Salvaguardia della Vita Umana in Mare (SOLAS) del 1974. La Convenzione SOLAS (International Convention for the Safety of Life at Sea) stabilisce gli standard per la sicurezza della vita umana in mare. In particolare stabilisce che i comandanti delle navi hanno l’obbligo di prestare soccorso a qualsiasi persona trovata in mare in pericolo e di agire quanto più rapidamente possibile per fornire assistenza. Il Capitolo V, regola 33-1 stabilisce che: “Il comandante di una nave in mare, che si trovi in una posizione tale da poter fornire assistenza, è tenuto a procedere con la massima velocità possibile per prestare soccorso, non appena riceve informazioni da qualsiasi fonte che delle persone si trovano in stato di pericolo.”
  2. Convenzione di Amburgo (1979) sulla ricerca e il salvataggio marittimo (detta anche Convenzione SAR ovvero International Convention on Maritime Search and Rescue) del 1979. Questa convenzione stabilisce l’obbligo di ogni Stato contraente di assicurare che tutte le necessarie disposizioni siano prese per la sorveglianza delle coste e per il salvataggio delle persone in pericolo lungo le loro coste, e di cooperare con altri Stati per evitare zone non coperte dalle operazioni di salvataggio​. La Convenzione stabilisce che gli Stati costieri devono cooperare e coordinarsi per fornire assistenza alle persone in pericolo in mare. La Convenzione divide i mari e gli oceani in zone SAR (Search and Rescue) e assegna a ogni Stato costiero la responsabilità di una zona (in acque internazionali). Impone quindi agli Stati di predisporre le risorse necessarie per rispondere tempestivamente alle emergenze in mare e per coordinare le operazioni di soccorso.
  3. Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS) del 1982. L’UNCLOS, anche nota come Convenzione di Montego Bay (1982), impone alle navi l’obbligo di prestare assistenza alle persone in difficoltà. In particolare. L’articolo 98 impone a ogni Stato di obbligare il capitano di una nave battente la sua bandiera a prestare assistenza a chiunque sia trovato in pericolo in mare. Ad agire con prontezza, se possibile senza mettere in pericolo l’equipaggio o la nave, per salvare le persone in pericolo e a trasportare le persone soccorse in un luogo sicuro.
  4. Le Linee Guida del 2004 sulla gestione dei sopravvissuti salvati in mare sono state adottate dall’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) e dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) per fornire orientamenti su come gestire i casi di soccorso in mare, specialmente in situazioni in cui vi siano difficoltà a trovare un porto sicuro per lo sbarco. Queste linee guida sono nate per rispondere alla crescente problematica del soccorso di persone in mare e per chiarire le responsabilità di Stati e capitani. Le linee guida rafforzano l’obbligo di coordinamento tra gli Stati coinvolti in un’operazione di soccorso. In particolare nelle zone SAR di competenza di un determinato stato, quest’ultimo ha il dovere di coordinare le operazioni e di garantire che i sopravvissuti vengano sbarcati in un luogo sicuro. Se il Paese di coordinamento non è in grado di offrire un luogo sicuro, deve lavorare con altri Stati per identificare una soluzione. Le linee guida del 2004 definiscono chiaramente il concetto di luogo sicuro come un punto di sbarco in cui le persone soccorse non siano più in pericolo e in cui i loro diritti umani siano rispettati. È responsabilità dello Stato di coordinamento SAR assicurare che le persone vengano trasportate in un luogo che risponda a questi requisiti. Le linee guida stabiliscono che le persone soccorse in mare non possono essere riportate in luoghi dove rischiano di subire violazioni dei diritti umani, persecuzioni o trattamenti inumani o degradanti. Questo principio, noto come non-refoulement, è un pilastro del diritto internazionale e vieta di sbarcare i sopravvissuti in un luogo in cui rischiano la vita o la libertà.

FONTI:

https://missingmigrants.iom.int/region/mediterranean

https://www.aljazeera.com/news/2023/4/12/deadliest-quarter-for-migrants-in-the-central-med-since-2017#:~:text=The%20Central%20Mediterranean%20has%20been,Europe%2C%20die%20on%20their%20journeys

https://www.rescue.org/eu/article/what-eu-pact-migration-and-asylum

https://www.consilium.europa.eu/it/policies/enlargement/albania

https://www.europarl.europa.eu/infographic/asylum-migration/index_it.html#filter=2022-it

https://www.meltingpot.org/2023/01/malta-non-puo-ritenersi-paese-competente-per-coordinare-e-garantire-attivita-di-ricerca-e-salvataggio

https://www.politico.eu/article/eu-backs-tough-new-migration-rules

https://www.rescue.org/eu/article/what-eu-pact-migration-and-asylum

https://www.unhcr.org/it/wp-content/uploads/sites/97/2020/07/soccorso-in-mare.pdf